Tramonti dai rossi accesi, giardini fioriti e barche riflesse su specchi d’acqua. A Villa Bardini tutta la Toscana del Novecento nelle tele di Llewelyn Lloyd
L’opera di Llewelyn Lloyd (1879 – 1949) rivive nella mostra ‘Lloyd. Paesaggi toscani del Novecento’ allestita a Villa Bardini, curata da Lucia Mannini e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze in collaborazione con la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e il patrocinio di Regione Toscana e Comune di Firenze. Sponsor Unicoop Firenze. Sessanta opere, arrivate da 27 diverse collezioni private di tutta Italia e da varie collezioni pubbliche, che ripercorrono il suo cammino artistico.
Llewelyn Lloyd, di origini gallesi ma livornese di nascita, giunge a Firenze alle soglie del Novecento, dopo la formazione a Livorno e seguendo l’ideale artistico e morale di Giovanni Fattori. La prima sezione della mostra è dedicata al Divisionismo che ricostruisce le immagini dei paesaggi attraverso pennellate decise. I colori sono spesso rossi accesi che raccontano splendidi tramonti. La maggior parte di questi sono ambientati in Toscana, fanno eccezione eccezione geografica tre quadri che sono invece ambientati a Manarola, dipinti quando ci stette per pochi mesi nel 1904.
Nella seconda sezione della mostra cambia invece la luce: dalle paste rosso acceso del tramonto a mezzogiorno, dunque la piena luce del primo pomeriggio. Ed è dedicata ai giardini, tipici della Toscana, che vengono raccontati senza persone ma con dei segni che ci lasciano immaginare che qualcuno sia appena andato via. Come nell’L’ombra del pergolato 1909 in cui rimangono a terra i giochi lasciati dai bambini e si intravede una tavola ancora apparecchiata. Altro esempio il trittico Il giardino in fiore 1907. L’ora rappresentata nel dipinto era così importante per Lloyd che spesso la scriveva dietro le sue opere.
“Questa rassegna – dichiara Umberto Tombari, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze – coincide con l’anno nel quale Fondazione CRF celebra i suoi 25 anni e apre anche un nuovo corso di quella progettualità che a Villa Bardini si è spesso tradotta in termini di sperimentazione e di crescita civile”
La terza sezione è invece dedicata agli interni, ovvero all’intimità domestica. Lloyd ha scelto spesso infatti di raffigurare sua moglie ed i suoi figli, ad esempio in Ore di studio (Gwendolen studia) 1920. Ma anche la sua casa, come nell’opera Il mio studio (interno dello studio di piazza Donatello) 1925. L’ultima delle sezioni, che fa riferimento ai lavori degli anni ’20, è dedicata alle forme essenziali. Lloyd dipinge principalmente barche e le usa per studiare.
‘’L’omaggio a Llewelyn Lloyd – osserva Jacopo Speranza, Presidente della Fondazioni Parchi Monumentali Bardini e Peyron, alla sua prima uscita pubblica – promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, si inserisce in una sempre più proficua sinergia con la Fondazione Bardini e Peyron che ha lo scopo di ottimizzare e migliorare i risultati fin qui ottenuti e sviluppare nuove opportunità di valorizzazione di un complesso di grande fascino che ha ancora tante potenzialità da esprimere’’.
Nella mostra a Villa Bardini è esposta anche l’opera Ore di pace 1926 ritrovata fortunatamente dopo essere rimasta arrotolata per decenni. Ritrae la moglie di Lloyd che fa la calza nella loro casa di Marciana Marina all’Isola d’Elba. La tela è stata restaurata e durante la pulitura è stato scoperto dietro un altro dipinto rinascimentale di Raffaellino del Garbo, Madonna in trono. Un altro pezzo di quest’ultimo è stato trovato anche dietro all’opera di Lloyd Uliveta selvaggia 1923. L’ipotesi più accreditata è che Lloyd possa aver comprato la tela ottocentesca per poi ritagliarla e usarla.
Lloyd: paesaggi toscani del Novecento
Orario: da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00
(ultimo ingresso alle ore 18.00)
Lunedì chiuso
Parcheggio gratuito riservato all’interno del Forte Belvedere
Info e prenotazioni
T. +39 055 20066206 (dal lunedì al venerdì, ore 9.30 – 17.30)
T. +39 055 2638599 (sabato e domenica, ore 10.00 – 19.00)
info@bardinipeyron.it
www.bardinipeyron.it