La mostra di Villa Bardini a Firenze, promossa dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e sostenuta da Ente Cassa di Risparmio di Firenze e Regione Toscana, nasce da un’idea di Mario Ruffini e di Francesco Colacicchi per percorrere tutto l’arco della vita artistica di Giovanni Colacicchi dal 1920 alla sua morte.
Pittore, poeta, intellettuale, Giovanni Colacicchi ha attraversato da protagonista il XX secolo, creando immagini insieme tangibili e visionarie, fondate, alla maniera umanistica, sulla centralità etica ed estetica dell’uomo e sulla sintesi di valori di racconto e di armonia, di ritmo e di luce. A questa idea di pittura sarebbe rimasto fedele per tutta la vita; dagli anni giovanili del successo a quelli difficili del dopoguerra, segnati dalla fortuna delle neoavanguardie, fino ad incrociare, in vecchiaia, il recupero post-moderno della figurazione.
La mostra, prima retrospettiva a ventidue anni dalla morte, ripercorre con quattro sezioni cronologiche le tappe fondamentali del suo magistero e approfondisce con tre sezioni tematiche altrettante direttrici del suo linguaggio: il rapporto con la musica, l’impegno nella decorazione pubblica, l’idea della rappresentazione del nudo come metafora dell’anima.